

Questa è una foto del 1910.
E’ il caffè di mio padre, “Antico Caffè” , come annuncia la grande insegna.
Fu fondato dal mio bisnonno nel 1861.
Quel giorno che venne il fotografo, papà invitò tutti i clienti della strada a venire al caffè.
La strada era via De Rossi.

Fruttivendoli, salsamentieri, cioè i salumai, cestai (che facevano i cesti), fruttivendoli, ragazzini, si piazzaroni davanti al caffè.
Di fronte, sulla strada, c’era un fotografo con un apparecchio posto su un treppiedi.
Aveva un campanello.
Quando lo faceva suonare, tutti dovevano rimanere immobili per essere immortalati.

Le persone che si vedono all’estremità della foto non volevano essere fotografati.
Erano ai lati per godersi a scena.
Furono fotografati lo stesso, a loro dispetto.
Erano convinti che, se fossero stati fotografati , sarebbero stati destinati a morire quanto prima.
Il ragazzo del pappagallo era un orfano, portava le ordinazioni fatte al caffè a domicilio.
Quando arrivò a vent’anni mise su un modernissimo caffè in via Calefati, il Caffè Novecento.

Poi gestì per lunghi anni il bar del cinema Galleria.
Divenne ricco, ricchissimo, anche per via di un matrimonio con una donna facoltosa.
Si chiamava Ciccillo.